venerdì 22 novembre 2013

Mini bavaresi di cachi con salsa ai marroni e la nostra "forza"


(For english receipe scroll down)
Qualche settimana fa un’amica mi ha inviato via mail questo link.
Si tratta di un articolo della giornalista Angela Frenda, intitolato  Spero di essere ricordata per la mia torta di mandorle” pubblicato il 20 ottobre su la 27esimaora.corriere.it che esprime alcuni pensieri che vorrei condividere con voi.
Scrive Angela Frenda introducendo l’argomento: “Il punto è sempre lo stesso: può una donna mediamente emancipata, con titolo di studio e lavoro che la soddisfa ammettere, con sé stessa e con gli altri che sì, le piace cucinare? Può farlo senza sentirsi accusare (prima di tutto dalle altre donne) di spadellare?”
Forse, ancora oggi molte donne vivono con disagio la loro collocazione ai fornelli, sentendosi sminuite da tali mansioni e esprimendo in modo un po’ antiquato i principi di un femminismo ormai obsoleto.
Alcune preferiscono fregiarsi di interi pomeriggi trascorsi in estenuanti riunioni piuttosto che rivelare di aver preparato una torta durante il week end.
Nel suo articolo Angela Frenda cita Nigella Lawson, la quale, in tono piuttosto tranchant, afferma: “Disprezzare un’attività perché tradizionalmente associata alla sfera femminile è in sé antifemminista”.
Se ancora alcune faticano ad avvicinarsi alle loro cucine, navigando su internet ci accorgiamo che la blog sfera è costellata da tantissimi foodblog creati e gestiti da donne e che pullula di foodbloggers giovanissime, appassionate e capaci.
Non so se sia il “neofemminismo di ritorno”, citato da Angela Frenda, fra le cui sostenitrici Emily Matchar è convinta che tornare a cucinare sia addirittura un atto di affermazione delle donne, ma in effetti stiamo assistendo ad un ritorno trionfale delle donne ai fornelli.
Per tanto tempo le donne sono state relegate in cucina e ritenute capaci soltanto di attendere alle faccende domestiche.
Negli ultimi decenni qualcosa è cambiato, molte donne hanno potuto scegliere: hanno studiato, hanno individuato gli obiettivi da raggiungere, si sono affermate nel lavoro, sono cresciute, sono maturate e, infine, hanno riscoperto il bello di cucinare e di nutrire, riconciliandosi con un pezzo di storia e di passato.
Su questo punto sono però d'accordo con Angela: solo una parte di noi ha potuto o può scegliere se cucinare o no , per molte altre è ancora una scelta obbligata.
Angela cita infine Nora Ephron , “che negli anni 80, quando era ancora difficile affrontare questi temi senza farsi mangiare vive dalle femministe, aveva intuito che il vero femminismo non poteva significare trasformare la donna in un miniuomo”, ma che “i suoi punti di forza andavano enfatizzati, non annullati.”
Angela conclude dicendo che “liberazione ed affermazione di sé può essere anche concedersi il gusto e il piacere di cucinare”. “Il punto, ecco, può essere questo” afferma “senza doverlo per forza legare a questioni di genere”.
I blog, i siti, la tv parlano di donne che hanno fatto e continuano a fare del cibo la loro forza”.
Leggete come conclude Angela parlando di sé: " Sapere di potermi perdere tra food blog con foto sempre più emozionanti, libri e sperimentazioni in cucina mi rende felice. E un po' più forte nella consapevolezza della mia identità. Posso dirmi chi sono io? Anche questo. Semmai l'obiettivo impossibile è, come accaduto a Nora Ephron, di essere ricordata per una torta di mandorle".

(Ho riportato in corsivo le frasi estrapolate dall’articolo di Angela Frenda, che comunque vi invito a leggere integralmente). Mi piacerebbe conoscere il vostro punto di vista.
Ringrazio S. perché silenziosa c’è e per l’opportunità di questa riflessione.
Bene, la mia forza di oggi si traduce in queste mini bavaresi di cachi. E la vostra?



Bavarese ai cachi con salsa ai marroni

500 g polpa di cachi
150 g di zucchero
400 g panna fresca
12 g gelatina*
2 cucchiai di acqua

Per la salsa ai marroni

100 g crema di marroni
100 g panna fresca

Frullate la polpa di cachi con lo zucchero. Ammollate la gelatina in acqua fredda. Portate a bollore l’acqua in un pentolino, toglietelo dal fuoco e aggiungete la gelatina ben strizzata (per questa operazione mi servo spesso di un colino a maglie strette).
Mescolate finché la gelatina non si sarà sciolta e aggiungetela al frullato di cachi e zucchero sempre mescolando.
Montate la panna, (che non dovrà essere troppo soda) e aggiungetela delicatamente con movimenti circolari dal basso verso l’alto e dal centro della ciotola verso l’esterno al composto di cachi.
Versate negli stampi.
Per fare alcune prove ho utilizzato:
- uno stampo da plumcake (foderato con pellicola trasparente, che vi agevolerà quando dovrete estrarre la bavarese );
- degli stampini in silicone: il risultato non è stato sorprendente visto che parte delle bavaresine è rimasto attaccato allo stampo !
- degli piccoli stampi in metallo, che ho unto con pochissimo olio di semi di mais e dai quali, come potete vedere dalle foto, sono riuscita ad estrarre in modo accettabile i dolci.

*Controllate che questo ingrediente sia adatto ai celiaci, verificatene la spiga sbarrata, la presenza sul prontuario AIC o le indicazioni sull’etichetta del produttore.

Khaki's dessert with chestnut cream


500 g persimmon pulp/khaki

150 g of sugar
400 g fresh cream
12 g gelatin*
2 tablespoons water

For the sauce with chestnuts


100 g chestnut cream

100 g fresh cream

Puree the persimmon pulp with sugar. Soak the gelatin in cold water.  Boil the water in a saucepan, remove from heat and add the squeezed gelatine.

Stir until the gelatin is dissolved and add to the mix of khaki and sugar , stirring constantly .
Whip the cream and add it gently with circular movements to the mixture of persimmon.
Pour into molds.
 I used:
- A loaf pan (lined with plastic wrap , which will make easier when you have to remove the dessert) ;
- Silicone molds : the result was not good, some of the desserts remained stuck to the mold !
- Small metal molds , which I greased with oil.

* Check that this ingredient is suitable for coeliacs


E' venerdì, quindi con questa ricetta celebro il 100% Gluten Free (Fry)day




19 commenti:

  1. wooow una super bavarese con prodotti di stagione dall'aspetto super invitante ;)
    Condivido quello che scrivi, io non credo di essere brava in cucina per me è un'isola felice perchè mi rilassa e al contempo mi permette di creare qualcosa per chi amo, ma la cucina è anche un arte e una donna che è brava anche dietro ai fornelli è una donna completa, ha un valore aggiunto importante.
    buona serata un abbraccio

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    1. Già Audrey la penso così anch'io, è un valore aggiunto, e non deve essere vissuto come limite ma semmai come arricchimento. Un abbraccio.

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  2. E che forza cara Simona! Queste bavaresi sono deliziose, eleganti, originali e innovative proprio come te, perché anche se non abbiamo mai preso (purtroppo) una tazza di tè insieme, so che sei così :) Il tuo post mi è piaciuto moltissimo e condivido tutto quello che è stato espresso! E' proprio come dici, condannare un'attività (quando frutto di una libera scelta!), solo perché storicamente e socialmente è associata al tradizionale ruolo femminile di massaia, è una cosa terribilmente obsoleta e di un femminismo che non ha più senso di esistere! Io vedo donne fiere di non saper fare nemmeno un uovo al tegamino e la loro fierezza deriva dal fatto che esse identificano in questa ostentata (e sicuramente anche falsa) incapacità ai fornelli la traccia della loro modernità e del loro femminismo. Una cosa piuttosto stupida :) La cucina è tradizione, quel tipo di tradizione positiva che ti tiene legato alla tua terra e alla sua cultura, è innovazione perché capace di aprirsi a culture differenti, mescolarsi, è invenzione perché espressione della propria creatività! Se molte donne oggi hanno riscoperto la passione per la cucina è perché hanno riconosciuto in essa un valido mezzo espressivo e ne è la prova l'esistenza di blog appassionati come il tuo, cara Simo! Un bacio :)

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    1. Grazie An sono sicura che prima o poi berremo il nostro tè insieme, sono sicura che ti ascolterò incantata mentre mi parlerai di cinema. Hai colto in pieno lo spirito del mio post. Grazie!

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  3. L'anno scorso ho fatto anche io delle bavaresi ai cachi, quindi so benissimo quanto siano buone, ma l'accostamento ai marroni non l'ho provato, sarà da urlo!
    La tua riflessione, (quella dell'autrice del pezzo) è stata spesso la mia, forse perché mia mamma me l'aveva fatta vivere in questa maniera. Lei diceva sempre che il migliore amico di una donna era il lavoro e che prima veniva il lavoro e poi tutto il resto. Ma la sua condizione di donna subalterna a mio padre, per età e cultura, la giustificavano di questo pensiero. Per questo ho scoperto tardi la cucina e solo dopo una malattia, la celiachia, che, però, ringrazio perché non mi avrebbe mai fatto scoprire questa dimensione appagante.
    Grazie per aver partecipato a questa giornata :)

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    1. Verrò a curiosare la tua versione, Stefania, per il resto ti ringrazio per avermi raccontato la tua esperienza, che conferma la riflessione di questo post. Ciao

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  4. Personalmente penso che si possa riuscire a far coesistere sia una carriera che una passione, indifferentemente se legata alla cucina, al cucito o ad altro. Trovo che non si tratti di svalorizzare la figura della donna/femminismo/o chiamalo come vuoi...ma solo voglia di ritrovare il piacere di fare qualcosa che si ama e nient'altro.
    Buone le tue bavaresi :-D
    la zia consu

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    1. Sicuramente riuscire a conciliare lavoro e passione è il presupposto per la realizzazione di quanto riportato. Grazie.

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  5. Io penso che una donna possa benissimo fare entrambe le cose, la differenza per me la fa la passione e l'amore che si mette in quello che si fa e questo vale per tutti i campi non solo lavoro e cucina.
    Buone le tue baveresi con cachi

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    1. Certo anche secondo me una donna può fare entrambe le cose. E molte di noi ne sono l'esempio. Grazie

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  6. wow...che meraviglia.da provare

    Idea dolce veloce....http://emiliasalentoeffettomoda.altervista.org/dolce-veloce-con-mc-vities/
    grazie

    Mari

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  7. Vado dritta alla ricetta (e' stata una settimana intensa e di preconcetti e pregiudizi ne sono piena, preferisco dedicarmi alle cose belle: quindi viva la cucina!!!)
    Vorrei fare anch'io questa bavarese! Mi ero appuntata una ricetta da rivista ma la tua presentazione e' proprio invitante sai? Un abbraccio :-)

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    1. Grazie cara Vaty di essere passata da qui e di avermi lasciato un saluto. Le bavaresi potevano avere una forma migliore ma il sapore e la consistenza sono molto buoni e sono esaltati dalla crema. Un abbraccio. simo

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  8. eccomi qua anche io...ma che tema interessante ...che blog candido...e che ricette chic...e soprattutto splendide foto....altrochè !!!! sono felice di averti conosciuta...davvero !!! per quanto riguarda il tema che hai affrontato...trovo che la condizione della donna sia mutata con cambiamenti legati soprattutto alle radicali trasformazioni della famiglia e alla diversa relazione con il mondo del lavoro...senza dubbio hanno influito sul cambiamento della donna.
    Secondo me il cambiamento non è avvenuto con un passaggio dal ruolo domestico a quello extradomestico...o almeno non solo ecco!
    Ma soprattutto attraverso un aggiungersi delle responsabilità lavorative rispetto a quelle tradizionali di gestione e organizzazione della casa e della famiglia. E' come se la donna fosse ...cioè E' il punto di congiunzione fra diverse agenzie educative e sociali...una donna in grado di organizzarsi al 1000 per 1000....la donna oggi sceglie...la fertilità, la propria concezione del matrimonio, quanto sia conciliabile il tutto, sceglie di divroziare (quante donne prendono loro stesse l'iniziativa?)...l'educazione dei figli....oggi la donna non deve più dimostrare di non essere il sesso debole...oggi è il sesso forte. Qui ed Ora si può permettere di decidere cosa fare della sua vita...e laddove il ricamo l'uncinetto o il cucinare erano visti come doveri adesso assumono una visione di hobby...di piacere...di creatività...e libertà personale...
    a presto carissima

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    1. Carissima Enrica che bellissimo commento mi hai lasciato! Mi sono bevuta le tue parole tutto d'un fiato! Spero che la mostra sia stata bella, ti abbraccio forte e torno presto a trovarti!

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  9. Cucina, lavoro, studio...perché non dovrebbero poter coesistere senza che si pensi a una figura femminile stereotipata che fa certe cose perché "suo dovere"? La cucina è amore, passione, creatività e, contemporaneamente, qualcosa che riesce ad unirci e regalarci piccoli piaceri.
    Scommettiamo che queste piccole bavaresi sarebbero un po' la forza di tutti talmente sono golose :-) tanti baci cara Simo

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